Castelgoffredo 2006

Live in Castelgoffredo - 23/09/2006

Signore, come potremo tacere il tuo amore? Forse è questa la domanda che scalpita nei cuori dei giovani del MinoRock e che li ha portati lo scorso sabato 23 settembre ad esibirsi su un palco a Castelgoffredo in mezzo alla strada, con qualche esitazione magari, ma sicuri di non poter rimanere in silenzio.

Come potremo tacere il tuo amore? Chi è convinto che la Bella Notizia del Vangelo sia troppo bella per tenerla solo per sé, chi ha toccato con mano l’Amore di un Padre rimanendone sorpreso non può rimanere in silenzio!

E allora ecco che un oratorio spalanca le porte e riversa le proprie energie lungo la strada, “come sorgente in cerca d’uscita”, nella convinzione (vincente!) di aver qualcosa da dire alla gente che passa, magari distratta, magari frettolosa, ma che quasi sicuramente porta in sé un desiderio (che forse ancora non riesce a decifrare) che è un “semplice” desiderio di felicità e libertà.

E così, quasi obbedendo all’invito evangelico “andate ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli” (Mt 22,9), ecco un palco montato giusto in mezzo alla via (difficile da non notare…) quasi a chiedere di fermarsi, o almeno rallentare il passo, di fronte a un messaggio indubbiamente provocatorio e che in ogni caso merita di essere preso in considerazione.

Con un semplice abracadabra undici giovani provenienti da tutta la provincia di Mantova danno il via ad un concerto di due ore, in cui l’annuncio cantato e musicato si alterna sapientemente all’annuncio parlato. Si tratta per lo più di brani rock che portano la firma dei Petra (gruppo americano esponente del genere rock cristiano) tradotti, riarrangiati e interpretati con talento nel tentativo di arrivare dritti al cuore dei molti giovani presenti.

Presunzione? Pare proprio di no. Ciò che anima il MinoRock (un progetto nato circa un anno fa nell’ambito della Pastorale Giovanile della diocesi di Mantova) è il desiderio sincero di far conoscere anche ad altri quell’uomo che 2000 anni fa camminava sulla sabbia della Palestina e che oggi continua a camminare senza sosta lungo le nostre strade. Un “folle” (come lo definisce una loro canzone) che merita di essere conosciuto e, perché no?, seguito, perché solo in Lui potremo trovare “quella gioia che sa inghiottire anche la morte”.

Il concerto procede con questo annuncio che scivola piacevolmente tra musica e parole e il pubblico è coinvolto, batte il tempo quasi come per far propri il ritmo e la cadenza dei passi di quel folle. Il pubblico ascolta e intanto gusta il fascino di una preghiera che si fa canto; ascolta e intanto scopre che c’è un Amore così avvolgente e al tempo stesso così liberante di fronte al quale non si può rimanere in silenzio.

Il MinoRock non ha cantato e non canterà invano: quella sorgente che gorgogliava in cerca d’uscita ha trovato uno sbocco e la sua acqua ha dissetato un poco i nostri cuori.

Li ringraziamo, questi folli, tenendoci la musica nel cuore e un pizzico di follia negli occhi.

Francesca Pesci