Medole 2007

Medole, Orizzonti nuovi oltre la "grande porta" - 03/06/2007

Mancavano da qualche mese dai palchi dei nostri oratori i giovani dei Minorock. Un'assenza che non è stata inerzia, ma continuità fatta di prove, incontri, tentativi… Già, perché a volte, di fronte ai bei risultati, ai grandi traguardi ci dimentichiamo dell'impegno e della preparazione che li hanno resi possibili. Solo se siamo consapevoli di quanto impegno è richiesto all'atleta per arrivare a tagliare il traguardo, riusciamo a partecipare più convinti alla gioia del suo successo.

Così, se sbirciamo dietro il sipario prima che lo spettacolo inizi vediamo un gruppo al lavoro, un gruppo in cammino… al punto che lo scorso 3 giugno sul palco del teatro comunale di Medole e il 16 giugno all'oratorio di Gonzaga, il Minorock si è presentato con due nuove voci femminili e un nuovo brano: La grande porta, scritto e musicato proprio da un componente del gruppo.

Con queste novità, salgono sul palco pronti ancora a regalare serate preziose a chi vuole lasciarsi toccare da una musica e da parole che non si accontentano di colmare l'aria (quasi) estiva di giugno, ma vogliono colmare ben altro: menti che cercano ragioni vere, non illusioni posticce, e cuori che cercano sentimenti veri, non sensazioni ingannevoli.

Madre Teresa di Calcutta ci concederà la licenza per dire che non solo "siamo matite nelle mani di Dio", ma siamo anche strumenti musicali, voci, corpi nelle Sue mani. Senza trascurare un briciolo di umiltà (che rende tutto più autentico e più bello), i musicanti hanno cercato di servire un messaggio:

in questa vita

conta solo l'amore

che hai saputo dare.

E non c'è amore

migliore di questo:

dare la vita per i propri amici.

È il grandioso comandamento dell'amore che chiude il nuovo brano.

È il comandamento che libera, che "strappa il velo per lasciare spazio a un nuovo attimo".

La legge dell'amore non imprigiona l'uomo, spalanca "la grande porta".

L'uomo non ha da nulla da perdere, se non la disperazione: "l'umanità attende il prodigio".

Francesca Pesci